Autrici Predilette
Per un autore di Thriller è difficile costruire trame originali e coinvolgenti. Spesso, per sorprendere i lettori, si cercano situazioni clamorose con serial killer pluriomicidi, oppure si ricorre a espedienti narrativi poco credibili come le amnesie o il ritrovamento del solito diario in cui si spiega tutto del passato di questo o quel personaggio. Ci sono poi autrici come Romy Hausmann, ne “La mia prediletta”, che come un vecchio farmacista preparatore sanno mescolare pochi e semplici ingredienti dando vita a una storia coinvolgente e ben riuscita, in grado di accalappiare un lettore che vuole scoprire “come va a finire”.
All’inizio del romanzo, a seguito di un incidente stradale, una donna viene ricoverata in ospedale priva di sensi e senza documenti, accompagnata dalla figlia, una bambina dalla pelle bianchissima e dagli occhi azzurri come il ghiaccio. Glaciale è anche il suo atteggiamento e a poco a poco si scoprono inquietanti dettagli: non sa come si chiama suo padre, né dove abita esattamente. Sa soltanto che la mamma, “per sbaglio”, ha ucciso papà.
Le vicende vengono narrate attraverso tre voci in prima persona, quella di Hannah, la bambina misteriosa, sua madre e Matthias. Quest’ultimo è il padre di Lena, una ragazza scomparsa nel nulla da più di dieci anni, che gli inquirenti pensano possa essere la donna dell’incidente.
L’abilità della Hausmann sta nella capacità di creare un legame empatico molto forte tra i protagonisti della vicenda e il lettore. Sfrutta al meglio l’effetto narrativo della prima persona e lo alimenta con un continuo passaggio tra i bambini e gli adulti. Un pathos sottile, sfumato in un’inquietudine crescente, accompagna le varie pagine. Come il padre di Lena vuole sapere che cosa è realmente accaduto a sua figlia, anche noi vogliamo scoprirlo e per farlo dobbiamo arrivare fino all’ultima pagina di un sorprendente finale.
L’aspetto slow di questo romanzo è nell’attenzione a temi psicologici come la manipolazione e il condizionamento, che contano più dei fatti di sangue in sé. Se non lo avete fatto, correte a leggerlo.